Un
villaggio palafittico, risalente alle prime fasi del bronzo
medio (1700 - 1600 a.c.) è riemerso dal lago.
Si tratta di un comprensorio grande circa mezzo ettaro. E' stato
scoperto negli anni ottanta, ma soltano da qualche anno, grazie
ai fondi stanziati dal Ministero ed all'intervento della Soprintendenza
Archeologica del Lazio, è stato portato alla luce.
Dal sito, conosciuto anche come il "Villaggio delle macine",
per il ritrovamento (appunto negli anni ottanta) di numerose
macine, sono riemersi pali, travi e tavolati in legno: uno spaccato
quasi intatto della vita dei pescatori di circa quattromila
anni fa.
L'estensione dell'insediamento e la ricchezza
della stratigrafia lascia supporre che si sia trattato di un
sito abitato stabilmente, a differenza degli insediamenti delle
prime fasi del Bronzo medio nel Lazio frequentati da piccole
comunità ad economia mista, che si spostavano lungo i
percorsi di fondovalle, in prossimità di guadi, costituendo
stanziamenti temporanei e di tipo stagionale.
Per l'importanza del sito, forse il primo "villaggio protostorico"
abitato stabilmente, è stato deciso di intervenire con
un progetto multidisciplinare. Esso comprende: dendrocronologia;
analisi dei resti vegetali conservati, dei sedimenti e dei metalli;
studio delle antiche faune, e ricostruzione paleoambientale.
Lo studio dei resti faunistici sta restituendo
un ambiente particolare, con una comunità che alleva
ovini,, bovini e suini, ma anche cacciagione (cervi, caprioli
e cinghiali).
(a cura del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Sopraintendenza
per i Beni Archeologici del Lazio)
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